Second hand economy: una scelta sostenibile in forte crescita

Second hand economy: una scelta sostenibile in forte crescita

Second hand economy: una scelta sostenibile in forte crescita

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Second hand economy: una scelta sostenibile in forte crescita

A cura di Chiara Malisano – Gruppo Giovani di Animaimpresa

In questi ultimi anni si è visto un importante aumento della cosiddetta Second Hand Economy, ossia quella “branca” dell’economia circolare che dà una seconda vita agli oggetti usati. Ma a cosa è dovuta questa crescita?

Innanzitutto la Second Hand Economy è una scelta sostenibile, in quanto permette di allungare la vita di un prodotto che è già stato utilizzato e di compensare l’impatto ambientale legato alla produzione: si risparmiano materie prime, si diminuiscono le emissioni inquinanti di CO2 e si evitano sprechi inutili.

In secondo luogo è un vantaggio sia per i venditori, che guadagnano e si liberano di qualcosa che viene considerato superfluo, che per i clienti, che acquistando risparmiano.

Inoltre, sia i prodotti usati che quelli rigenerati/ricondizionati sono coperti da garanzia come i prodotti nuovi.

Da recenti studi dell’Osservatorio BVA Doxa, azienda italiana di ricerche di mercato che opera anche come gruppo nella comunicazione digitale e corporate, si evince come la maggior parte degli utenti sia under 45, rientranti quindi nelle categorie dei Millennials e Generazione Z.

Sempre dalle ricerche dell’Osservatorio BVA Doxa effettuate per Subito nel marzo 2021 su un campione rappresentativo della popolazione italiana attraverso 1001 interviste telefoniche e 1002 interviste online, nel 2020 la Second Hand Economy valeva 23 miliardi di euro, pari all’1,4% del PIL italiano e l’online, che continua a crescere tuttora, pesava per il 46%, ovvero 10,8 miliardi di euro. Nello stesso anno sono stati 23 milioni gli italiani che si sono affidati alla Second Hand Economy.

Second hand economy

Ad ogni modo, per essere il più sostenibili possibili quando si acquista usato, è meglio privilegiare i prodotti locali: comprare, vendere o scambiare usato nella propria città è l’opzione migliore, perché limita le emissioni legate al trasporto.

Ma concretamente dove si può comprare l’usato? Nei negozi o mercatini dell’usato della propria città oppure tramite app e siti di annunci che permettono di acquistare online.

Tra i tanti siti e app, tra i più famosi troviamo: subito.it (digital company italiana per comprare e vendere, nata a Milano nel 2007 e oggi, tra i primi 10 brand online più visitati in Italia con 11 milioni di utenti ogni mese), Facebook Marketplace e le piattaforme più recenti di Vinted e Swappie (quest’ultima per telefoni, in particolare iPhone, ricondizionati).

Ci sono ovviamente anche negozi fisici che offrono prodotti ricondizionati (dai piccoli negozi che rivendono pc o telefoni ricondizionati a grandi multinazionali come per esempio Mediaworld) o usati e in buone condizioni. Un esempio è il programma Garment Collecting promosso da H&M, grazie al quale i clienti possono portare in uno dei loro negozi prodotti tessili o capi usati di qualsiasi marca e in qualsiasi stato di usura, che successivamente vengono suddivisi in varie categorie in base alle condizioni degli stessi: possono essere rivenduti se in buone condizioni, convertiti in altri prodotti se non sono più indossabili oppure triturati in fibre tessili per realizzare materiali isolanti.

È evidente che stiamo assistendo ad una forte crescita di questa forma di economia circolare, che favorisce una modalità di consumo sostenibile e consapevole e, nei prossimi anni, assumerà un ruolo sempre più rilevante nel nostro mercato.

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